La memoria di un collezionista: storia di musei




A cura di 
Federica Sempio
Giorgia Boldura 
Salvatore Mangia
Eugenio del Ben


Museo Agostinelli

Episodio 4

La storia del museo e il suo fondatore:
Il Museo Agostinelli è un museo privato sito nella frazione di Dragona, vicino alla borgata di Acilia, a Roma. Nasce dalla raccolta durata tutta la vita del collezionista Domenico Agostinelli, nato a Campli nel 1940 e trasferitosi a Roma dal 1959.Il Museo nasce nel 1954 a seguito della volontà del suo fondatore come luogo in cui si praticava il baratto, per poi trasformarsi in un vero e proprio spazio espositivo di oggetti di cultura popolare. In seguito, il fondatore ha iniziato ad ampliare la sua ricerca, portando al museo oggetti prelevati dai suoi viaggi in più di sessanta nazioni diverse. Recentemente, grazie all’informazione mediatica, il museo ha iniziato a ricevere donazioni da tutto il mondo, risultando a oggi la collezione più vasta di cultura popolare esistente.
L’ingresso alla collezione è gratuito, perciò per sostenere i costi si affittano oggetti e location a produzioni televisive, cinematografiche e teatrali. I gestori dell’esposizione oggi stanno cercando di ampliare e migliorare gli spazi espositivi, appellandosi alla sensibilità di volontari ed enti pubblici.

“Domenico Agostinelli ha riunito, in un allestimento caotico e accumulatorio, oltre quattrocento collezioni di oggetti. dalla carta igienica ai francobolli, passando per ombrelli e meteoriti” si legge su un articolo di “Atribune”.
Infatti immaginando un museo si ha in genere nella mente una collezione ordinata e catalogata di oggetti, disposti in apposite bacheche e magari illustrati da pannelli didattici. Nulla di tutto ciò si trova in questo luogo.  Nell’allestimento un po’ insolito, vive ed è tangibile la passione di Domenico Agostinelli, una passione che lo ha portato in più di sessanta nazioni, passando da Capo Nord ai deserti africani per arrivare fino in Australia, a raccogliere ogni genere di testimonianze del passato.

“In quattromila metri quadrati”, racconta Agostinelli, “il museo racchiude ogni tipologia di oggetto che fu parte della vita quotidiana dei nostri avi.” La nipote, Patrizia, ha affettuosamente definito l’approccio dello zio “affettivo-compulsivo”, ma questa definizione può essere chiarita dallo stesso Domenico, che in un’intervista ha affermato: “tutti gli oggetti mi raccontano la loro storia, non l’oggetto in sé per sé, ma tutto ciò che lo circonda, che rappresenta, che documenta, quindi è come un libro aperto, bisogna saperlo leggere.”.


Gli oggetti:

Il museo contiene 60000 oggetti della cultura popolare suddivisi e classificati in quattrocentocinquanta collezioni,
Il signor Agostinelli ama definirsi “custode del tempo” e la sua è una vera e propria missione: salvare più oggetti possibili. Ogni oggetto offre un’ampia e singolare testimonianza della cultura dell’uomo, dal passato fino ai giorni nostri.
Nel museo sono conservate più di quattrocento collezioni: dalle più numerose, quelle delle monete (migliaia di pezzi) a quelle più particolari (filo spinato e carta igienica), passando da quelle dell’erotismo e dei meteoriti, finendo con quella della necrologia.
Le collezioni vantano spesso numeri esorbitanti: è il caso della raccolta di ombrelli (circa tremiladuecento pezzi), di quella dei francobolli (oltre tre milioni di esemplari) e dei ferri da stiro (più di mille modelli). Infine, c’è la raccolta di bottoni: circa un milione e mezzo di esemplari. 
Il museo, inaugurato intorno agli anni Sessanta del Novecento, ma ufficialmente riconosciuto nel 1992, include in tutto oltre seicentomila pezzi.


Storytelling

L’intera storia dell’uomo passa davanti agli occhi del visitatore attraverso gli oggetti esposti: dai più quotidiani, come giocattoli, strumenti di lavoro e gioielli, fino a quelli più particolari, preziosi “documenti di vita” che testimoniano il desiderio di tramandare le tracce delle proprie radici culturali. Si trovano anche oggetti e mobili che riportano la memoria all’infanzia, ricordando la casa dei nonni: "i nostri genitori non hanno dato loro alcun valore, ma ora, a riscatto dell’affronto subito (quello di finire nelle cantine o nella spazzatura) fanno bella mostra di sé con l’impegnativo ruolo di rappresentare la cultura materiale dei nostri antenati".
Gli oggetti sono ovunque, persino sul soffitto, ma non solo per ragioni di spazio. Questa disposizione infatti ricorda ad Agostinelli quanto avveniva all’interno delle masserie abruzzesi, dove gli oggetti domestici (comprese le provviste alimentari) venivano appesi in mancanza della tipica mobilia delle case moderne, ma anche perché in quel modo era possibile controllare costantemente lo stato delle proprie riserve alimentari e mostrare la prosperità della casa. Stesso discorso per le nicchie: spazi ricavati nel muro delle abitazioni povere che servivano per riporre gli oggetti.

La visita a questo museo è infatti un viaggio nel passato che grazie alla memoria fa riemergere ricordi ed emozioni ormai dimenticati.


Aspetto social
-Molti articoli di giornale raccontano la storia e le peculiarità di questo museo.
-Le recensioni lasciate dai visitatori su Tripadvisor sono tutte molto positive.
-É presente una pagina Facebook in cui vengono pubblicate foto e curiosità riguardanti gli oggetti del museo.n


Il Museo Agostinelli e il suo fondatore sono citati nel libro "A immaginare una vita ce ne vuole un'altra" di Elena Stancanelli, in cui si racconta anche parte della storia delle sue collezioni.


--> In allegato il link per accedere alla Gallery foto del museo  https://photos.app.goo.gl/Wbt13FsfdcRN9LRw6




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