ANDARE AL MUSEO PER VISITARLO? MAO OLTRE LA TRADIZIONE: storie di musei


MAO  Museo d’Arte Orientale di Torino


A cura di:
Eugenio Del Ben
Salvatore Mangia 
Federica Sempio
Giorgia Boldura






Episodio 5

Negli episodi precedenti abbiamo voluto stuzzicare la vostra attenzione con storie di piccoli musei ma con una grande storia da raccontare! In questa puntata invece vi vogliamo proporre un museo che è storia! Il MAO nasce in un palazzo che accompagna ogni cambiamento della città torinese sin dal XIII secolo quando era dimora di una delle famiglie più importanti della città: i Solaro della Chiusa e successivamente dei Solaro della Margarita. Ma da allora il palazzo ne ha fatta di strada e ha fatto tanti cambiamenti! vi racconteremo di seguito la ostia del palazzo, dalla sua nascita ad ora, che ospita una delle collezioni di opere orientali più grandi al mondo e propone una esperienza di visita al museo in stretta View in collaborazione con google dandoti la possibilità di vedere tutte le opere stando comodamente sul divano di casa tua! Non spreco altre parole, lascio siano la storia del palazzo e delle opere del MAO ad incantarvi…

STORIA DEL PAPAZZO

L’edificio è attestato fin dal 1587 e le sue sorti sono strettamente legate alla storia dei suoi proprietari, in parte ripercorribile grazie alle decorazioni in stucco del salone di rappresentanza collocato al piano nobile dell’edificio.
Carlo Ubertino I, ritratto in armatura e abito cinquecenteschi, suo figlio, Emanuele Filiberto Solaro, fu come il padre fidato collaboratore del Duca Carlo Emanuele I, governatore di Vercelli, ambasciatore alle corti di Francia e Mantova, Gran Ciambellano.

 Nel 1723 il marchese Francesco Amedeo Ludovico assunse l’iniziativa di un rammodernamento dell’edificio, per avere una dimora consona al suo stato. Il medaglione che lo ritrae fu probabilmente commissionato da suo figlio, Giuseppe Ludovico Maurizio, lo stesso al quale si attribuisce una campagna decorativa ancora visibile nel salone d’onore.In seguito ai lavori settecenteschi il palazzo assunse così la forma di residenza di rappresentanza che tuttora conserva. 

Nel 1830 i coeredi dei Solaro della Chiusa vendettero il Palazzo a conte Clemente Solaro della Margarita, il ministro e primo segretario di Stato per gli Affari Esteri di Carlo Alberto celebre per il suo conservatorismo politico.

Nel 1870, il figlio di Clemente vendette il complesso al cavaliere Paolo Mazzonis, industriale tessile. Il piano terreno del palazzo venne quasi subito adibito a sede degli uffici della manifattura e tale rimase per un secolo. Ancora oggi l’edificio è noto appunto come Palazzo Mazzonis. 

Nel 1910, su istanza del Ministero della Pubblica Istruzione, il messo comunale notificò il palazzo in quanto monumento pregevole di arte e storia. Nella notifica si menziona il soggiorno di un giovanissimo Jean Jacques Rousseau. Gli interventi più recenti nell’ornato del palazzo interessano lo scalone d’onore e si devono all’iniziativa di Ottavio Mazzonis. Lo stesso Ottavio Mazzonis, pittore allievo di Nicola Arduino, nel 1955 dipinse la volta ad affresco con l’allegoria dell’Arte e dell’Industria e le insegne araldiche della famiglia, e due anni dopo eseguì sulla parete Est, a olio, Il giudizio di Paride. Negli anni ’60 la Manifattura Mazzonis cessò la propria attività e il palazzo rimase inutilizzato.

Ottavio Mazzonis, che nel frattempo si era trasferito altrove, concluse le trattative di vendita con la Città di Torino nel 1980. A seguito di un restauro quinquennale, durato dal 1980 al 1985, il palazzo venne adattato a ospitare Uffici Giudiziari. L’edificio venne dotato di impianti e di spazi capienti capaci di accogliere grandi numeri di persone e ospitò i grandi processi al terrorismo e alla lotta armata.

Tra il 2004 e il 2008 il palazzo vede la sua ultima grande trasformazione d’uso. Le sue porte si riaprono nel dicembre 2008, quando, tra gli stucchi barocchi e i muri pregni di storia recente, trovano posto per la prima volta le collezioni del MAO Museo d’Arte Orientale. 

L'ALLESTIMENTO DEL MAO

Per l’ allestimento del museo hanno tenuto conto di ogni piccolo particolare per facilitare il piacere della visita e dare al visitatore una esperienza unica. La progettazione degli spazi ha tenuto conto della pre-esistenza di alcuni nuclei di collezioni e ha avuto come esito l’articolazione delle collezioni in cinque gallerie corrispondenti ad altrettante aree culturali.

Ad alcuni ambienti sono state apportate modifiche d’uso finalizzate a facilitare la fruizione del Museo da parte del pubblico. Così, per esempio l’accesso alle collezioni non avviene dallo scalone d’onore, l’androne carraio diventa zona deputata all’accoglienza del pubblico, il cortile - occupato da una suggestiva struttura in vetro che ospita due giardini di ispirazione giapponese, diventa luogo di transizione tra Occidente e Oriente, il sottotetto diventa un unico ambiente espositivo di facile e piacevole accesso, uno spazio artificiale che cela la struttura dell’edificio. 

Le strutture e le vetrine sono state realizzate con caratteristiche e materiali diversi, di volta in volta calibrati sulle specificità delle opere che avrebbero accolto. Lungo tutto il percorso espositivo è stata realizzato un apparato grafico che non solo risponde a esigenze estetiche, ma fornisce anche al visitatore informazioni utili a orientarsi nella visita e a fruire al meglio delle collezioni.

Dall’illuminazione delle vetrine alla posa delle strutture, dalla grafica di sala alla movimentazione delle opere, l’allestimento museale ha visto professionalità e competenze diverse lavorare fianco a fianco, coordinando tempi e modi in vista di un unico obiettivo condiviso.

ASPETTO SOCIAL

l museo d’artre d’Oriente non ha tralasciato il lato digitale che caratterizza la società di oggi, inventando una campagna originale che interseca intstagram, Facebook, flickr, un canale YouTube e perfino la newsletter, chiamata “ GUARDA, CERCA SCOPRI”. 

GUARDA:
Grazie a YouTube troverete delle playlist alla scoperta delle collezioni:

- Con #AppuntidalMAO, approfittando anche della chiusura delle università, abbiamo invitato dei professori dell'Università degli Studi di Torino a scegliere e raccontare i loro pezzi preferiti dalle collezioni del MAO

- Nella playlist #StoriedaPalazzo sono invece i conservatori di Palazzo Madama che ci portano alla scoperta di opere e spazi del museo nel cuore della città

- #GAMconTE vi propone invece una serie di clip su opere e temi legati alle mostre temporanee "Pittura Spazio Scultura" e "Helmut Newton. Works"

Preferite una suggestione alla volta? Seguiteli sui canali Facebook e Instagram dei musei per una nuova pillola ogni giorno! 

CERCA:
Tutte le opere presenti al MAO sono state caricate online. Divertiti a cercare le tue collezioni preferite restando comodamente sul tuo divano, cosa aspetti?!

SCOPRI:
Grazie al progetto Google Arts & Culture, al quale i musei di Fondazione hanno precocemente aderito, troverete tante mostre virtuali che vi porteranno alla scoperta delle nostre collezioni da punti di vista insoliti e curiosi.

RIMANI SEMPRE AGGIORNATO:
Hanno pensato ad una newsletter per permettere al MAO di essere più vicini ai sui visitatori più affezionati. Una volta a settimana, direttamente nella tua casella di posta, una serie di consigli di lettura, visione e ascolto che possono interessare al pubblico.

GOOGLE "ART FOR TWO":
Nell’ambito delle nuove attività durante la chiusura hanno avuto modo di avviare una nuova collaborazione con Google Arts & Culture attraverso il lancio del format  “Art for Two”. Lo scopo dell’iniziativa è quello di aprire le porte del museo oltre i confini nazionali, continuando a promuovere l'arte e la cultura anche in questo periodo di lockdown. L’idea di partenza è semplice: una conversazione informale fra il miglior conoscitore del museo, il direttore, e un influencer/youtuber internazionale fra le sale deserte del museo. Hanno aderito all’iniziativa il MAO in collaborazione con Christopher Michaut, aka Mr Bacchus, instagramer e digital curator per diversi musei internazionali e la GAM, che ha ospitato nelle sue sale Sarah Urist Green, curatrice, youtuber e conduttrice del programma della PBS The Art Assignment.

Siamo sicuri di avere attirato la vostra attenzione. Vi lasciamo qui tutti i link utili per approfondire le notizie e accedere a le aree interattive del museo:

- sito internet museo https://www.maotorino.it/it

Anche questa storia di museo è giunta al termine!
CI VEDIAMO AL PROSSIMO EPISODIO!!!



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